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Dec, 2025

A, B, C… L come LUCE di Don Roberto Tondato

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Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce” (Is 9,1-2).
Nella notte di Natale riascolteremo queste parole del profeta Isaia che annuncia così la nascita del Messia e con questa l’arrivo di tempi nuovi per il popolo di Israele.
Di fronte a questa espressione ciascuno di noi può domandarsi innanzitutto: “Che cosa mi balza agli occhi? Sono più concentrato sulla vastità del buio o riesco a gioire di fronte al bagliore che rompe quelle tenebre magari anche solo per un momento?
Qualcuno potrebbe rispondere che a monte dipende molto dal carattere che uno si ritrova. Ed è senz’altro vero. Penso, però, che il carattere di ciascuno si costruisca un po’ alla volta, anche attraverso un costante e fedele allenamento, un frequente riandare in qualche modo ai fondamentali, all’abc delle cose e della vita.
In questo anno giubilare non sono mancati nel mondo episodi angoscianti che hanno tinto il buio di una tonalità ancora più scura, se si può immaginare questo. E nello stesso tempo in tutto quest’anno, che nonostante tutto abbiamo continuato a chiamare “santo”, ci siamo sforzati, anzi ostinati a parlare di speranza e a raccoglierne testimonianze e germogli attorno a noi.
È questo, infatti, l’esercizio necessario. Sì, perché di questi segni abbiamo bisogno e non poco. Non solo per tiraci un po’ su di morale. Ci sono indispensabili per non dimenticare com’è fatta la luce e per poterla così riconoscere quando fa capolino nel buio. E perché ancora non vogliamo assolutamente che chi vede sempre e solo il male ci rubi la possibilità di goderci della luce, che ancora c’è e viene a visitarci.
Arrivare all’Arcobaleno significa incrociare la luce: quella che c’è negli occhi di chi è contento semplicemente perché ti incontra; la luce che c’è negli occhi dei piccoli che, anche se a volte sbuffano e fanno baruffa, subito sono capaci di tornare a giocare insieme, come di ridere e di abbracciarti; la luce che c’è nello sguardo tenero e umile di chi ha fatto una scelta di servizio nella sua vita e di chi crede fortemente che nel mondo ci sia ancora spazio per tanto bene da costruire e realizzare insieme.
Per questo, andando verso Natale ci facciamo gli auguri, ma forse ancor di più ci diciamo grazie, perché incontrandoci anche solo per un momento sotto la colorata volta dell’Arcobaleno nel corso di quest’anno tante volte ci siamo fatti reciprocamente un dono di luce.
E per questo sono sicuro che riascoltando le parole di Isaia nella notte di Natale tutti noi famiglia dell’Arcobaleno potremo dire che, almeno in piccolo, sappiamo com’è fatta la luce.

La luce della stella che passa per gli occhi
dei bimbi e dei ragazzi,
delle suore e dei volontari,
del personale e dei collaboratori,
degli amici tutti
e di chi in Arcobaleno è entrato solo una volta
ma ne è rimasto incantato
ci accompagni in questo Natale
e ci guidi a guardare con speranza
all’Anno che verrà.

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