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Nov, 2025

Dietro le quinte del Calendario 2026

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Un film, un libro, una canzone possono fornire spunti di riflessione e dialogo. Ne è un esempio il film di animazione “Il robot selvaggio” che le educatrici hanno scelto come filo conduttore per diverse attività da proporre a bambini e ragazzi.

Nel laboratorio grafico-espressivo sono stati focalizzati e sviluppati due elementi centrali. La protagonista, il robot Roz, aveva uno sportellino all’altezza del cuore dove riponeva ciò che di prezioso voleva custodire. Questa forte immagine simbolica è stata ripresa e riproposta ai ragazzi:
è stato chiesto loro di rappresentarsi con un autoritratto e di creare nel foglio una finestrella dentro alla quale disegnare ciò che sta loro a cuore. Luoghi, persone, ricordi, relazioni, emozioni, passioni, desideri: tutto ciò che per loro era importante, prezioso, rappresentativo poteva essere riposto dentro alla finestrella.

La finalità dell’attività era quella di offrire un tempo per guardarsi dentro e sperimentare il canale grafico per dare voce alle cose, utilizzando una modalità alternativa rispetto alla scrittura o al parlato. L’attività voleva offrire anche un’opportunità puramente espressiva, libera da criteri grafici predefiniti, dove sperimentarsi e provare a sintetizzare quegli elementi che definiscono sé e ciò che è essenzialeNé è emerso uno spaccato prezioso dei ragazzi, di cosa e di quanto desiderano dire di loro: alcuni hanno colto con gioia l’invito a mostrare l’interno delle loro finestrelle, altri hanno preferito tenerle chiuse, custodendone con riserbo il contenuto.

Un’altra tematica presente nel film e ripresa nel laboratorio è stata il valore e l’importanza della gentilezza, gli effetti che ha su di noi e sugli altri fare e/o ricevere un gesto gentile. Il tema è stato proposto sotto forma laboratoriale attraverso la tecnica del graffito con i pastelli a olio: il gesto gentile è come lo strumento che asporta con delicatezza un po’ di colore (metaforicamente rappresenta la diffidenza, la paura, la timidezza, ecc) per far emergere anche gli altri colori nascosti (che rappresentano i doni, i talenti, le caratteristiche di una persona).

Gli elaborati sono diventati le pagine del calendario e di mese, in mese, può essere anche per tutti noi un’opportunità per soffermarci e rimettere al centro del nostro quotidiano quello che veramente conta, l’essenziale e prezioso.

Un grande grazie al gruppo di bambine e bambini, ragazze e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 12 anni che si sono impegnati nella realizzazione dei disegni rendendo possibile il calendario solidale 2026 dal titolo “Mi sta a cuore”.

Michela Cella
curatrice del laboratorio grafico-espressivo svolto con i bambini e i ragazzi

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